Alla Biblioteca Consorziale di Viterbo con Giuseppe Barbera, agronomo palermitano, già professore di Colture Arboree all'Università di Palermo e autore di numerosi saggi premiati, abbiamo parlato di alberi, memoria e paesaggio. Con l'occasione sono stati presentati al pubblico il libro di Barbera "Abbracciare gli alberi" e il mio progetto Arborvitae
Nel suo libro, Barbera esplora come gli alberi siano custodi silenziosi di memoria, testimoni di culture antiche, miti e leggende che si intrecciano con il nostro paesaggio. Un viaggio alla riscoperta della sacralità dell’albero: un’immagine universale e archetipica, un simbolo potente che attraversa lo spazio e il tempo in un’infinita varietà di forme Per cui, Abbracciare gli alberi non è solo un invito a un gesto fisico, ma è un richiamo a ritrovare quella connessione autentica con la natura, un modo per riappropriarci di un dialogo con il mondo naturale che troppo a lungo abbiamo trascurato, e persino brutalizzato.
Da architetto paesaggista, il mio approccio professionale benché diverso, trova un terreno comune con la visione di Barbera: quella di riconoscere negli alberi dei custodi preziosi di vita e memoria, simboli di rinascita, capaci di influenzare profondamente anche il nostro benessere psico-fisico.
Sia il libro di Barbera che il progetto Arborvitae parlano, in fondo, della stessa esigenza: quella di ritrovare un equilibrio perduto, di riavvicinarci agli alberi non solo per ciò che ci donano in termini di ossigeno o bellezza, ma per il senso di pace e di appartenenza alla cultura del territorio.
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